Una mamma sa riconoscere il dolore di un’altra mamma. Specialmente se affronta la malattia genetica rara del proprio figlio. Per questo Monica, da mamma, sceglie di sostenere la ricerca scientifica con una donazione regolare, perché sa che significa contribuire in maniera concreta alla possibilità di una cura per le malattie rare.Monica non è mai rimasta indifferente al dolore degli altri, la sua sensibilità è sempre stata un dono naturale. Ma è un’esperienza difficile che la avvicina sempre più a tante mamme che convivono con la malattia ogni giorno. Alla nascita della sua seconda figlia, Rachele, la bimba viene trasferita d’urgenza all’Ospedale pediatrico Bambin Gesù a causa di un’asfissia grave che rischia di peggiorare. Dalla sensazione di terrore dei primi momenti dopo il parto, alla frustrazione di non poter essere al fianco della sua bimba fino alla decisione di firmare subito per essere dimessa e precipitarsi dalla figlia: Monica ricorda ogni aspetto di quel periodo, anche la solidarietà, l’intimità naturale con le mamme con cui ha condiviso quel momento difficile.

«Alle mamme viene naturale reagire al dolore, alla difficoltà, solo per il fatto di essere mamme», racconta Monica. Perché è quello che ha imparato e vissuto sulla propria pelle, anche se con un esito fortunatamente positivo. La sua Rachele oggi sta bene, ma la sua esperienza in ospedale l’ha spinta a volersi attivare, a rispondere #IOPERLEI all’appello delle mamme rare che non hanno ancora la speranza di una cura.