La prima terapia genica efficace sull’uomo, quella che ha permesso di trattare con successo alcuni bambini affetti da una rarissima immunodeficienza ereditaria (l’Ada-Scid) e che ora è in fase di sperimentazione su pazienti affetti da leucodistrofia metacromatica e sindrome di Wiskott-Aldrich, è un risultato tutto italiano.

Un successo riconosciuto dalla comunità scientifica internazionale, possibile grazie al sostegno di milioni di donatori, all’eccellente selezione dei progetti di ricerca sostenuti da Telethon e a una partnership industriale, quella con Gsk che permetterà di rendere questa terapia rivoluzionaria fruibile per tutti.

Per raccontare questo felice incontro tra mondo del non profit, ricerca scientifica e industria farmaceutica, GSK Italia organizza il 18 giugno a Verona l’evento “Curarsi con i geni“. L’appuntamento, in programma a partire dalle 18 presso la sala Convegni della Gran Guardia a Verona, è l’occasione per ripercorrere i dieci anni di “GSK & Telethon insieme per la ricerca“, un programma di collaborazione e di responsabilità sociale d’impresa che vede Gsk Italia impegnata dal 2004 in varie iniziative per sostenere la ricerca di Telethon sulle malattie genetiche rare.

L’incontro moderato da Michele Mirabella, vede la partecipazione di Francesca Pasinelli, direttore generale di Telethon, Alessandra Biffi, ricercatrice dell’Istituto Telethon San Raffaele per la Terapia Genica (Tiget) di Milano, Daniele Finocchiaro presidente e amministratore delegato di GSK e Giuseppe Recchia, direttore medico e scientifico dell’azienda.

Al centro dell’incontro, oltre ai risultati tangibili raggiunti grazie a questa tecnica messa a punto nei laboratori dell’Istituto Telethon di Milano, il racconto di un modello innovativo per trasformare in terapie disponibili i risultati prodotti dalla ricerca. Come già sottolineato in altre occasioni, infatti, il vantaggio strategico di questa collaborazione è che mette in sicurezza i finanziamenti dei programmi di ricerca sostenuti da Telethon ogniqualvolta si intravedano dei risultati in direzione della cura. Una volta che i progetti selezionati arrivano a disegnare possibili strategie terapeutiche, il rapporto con l’industria ne garantisce la fattibilità. Solo in questo modo è possibile mantenere la promessa fatta a milioni di persone malate: mettere la parola cura accanto a ogni malattia genetica.