Scoperto un nuovo meccanismo per riprogrammare le cellule adulte e renderle simili alle staminali: la chiave sta in una proteina chiamata Wnt già nota per essere coinvolta in numerose fasi dello sviluppo dei vertebrati e degli invertebrati. Ad annunciarlo è uno studio pubblicato on line sulla prestigiosa rivista Cell Stem Cell dal gruppo di ricerca guidato da Maria Pia Cosma dell’Istituto Telethon di Genetica e Medicina (Tigem) di Napoli.

La ricerca è tutta italiana ed è stata condotta esclusivamente nel laboratorio del Tigem diretto dalla Cosma (nella foto accanto): gli esperimenti sono stati effettuati da Frederic Lluis Vinas, ricercatore spagnolo vincitore di una borsa di studio dell’European Molecular Biology Organization (Embo). Hanno collaborato inoltre Elisa Pedone, studentessa di biotecnologie, e Stefano Pepe, tecnico di laboratorio. I ricercatori hanno preso diversi tipi di cellule adulte – fibroblasti, cellule del timo e precursori di cellule neuronali – e le hanno fuse con cellule staminali embrionali in presenza della proteina Wnt. Dopo questa “manipolazione”, le cellule adulte hanno perso le loro caratteristiche tipiche e ne hanno invece acquisite altre, simili a quelle delle cellule staminali. Si sono cioè trasformate in cellule poco differenziate (pluripotenti) e in grado di dare origine a cellule di tessuti diversi da quello di partenza. La vera novità, però, sta nella grande capacità di Wnt di promuovere questa sorta di “riprogrammazione”: a conferma di questo, i ricercatori hanno verificato che, somministrando dosi precise di proteina per un tempo limitato, un’alta percentuale di cellule adulte si trasformava in cellule simil-staminali. La scoperta apre prospettive molto interessanti in tutti i campi della medicina rigenerativa, ovvero nella terapia di tutte quelle patologie in cui si ha una degenerazione irreversibile dei tessuti: malattia di Alzheimer, morbo di Parkinson, cardiopatie, solo per citarne alcune.

Questo metodo potrebbe infatti rappresentare una valida alternativa a quello attualmente più condiviso dalla comunità scientifica internazionale. Alla fine del 2007, infatti, due gruppi di ricerca – uno giapponese e l’altro americano – avevano annunciato praticamente in contemporanea di essere riusciti a ottenere cellule staminali a partire da cellule della pelle. Per farlo sono stati introdotti nelle cellule – tramite vettori virali – dei particolari geni tipici della fase embrionale del nostro sviluppo e capaci di far “tornare indietro” queste cellule adulte allo stadio indifferenziato, tipico delle cellule staminali. Resta però il dubbio se l’introduzione di questi geni embrionali e la manipolazione attraverso l’utilizzo di virus possa alla lunga promuovere una crescita incontrollata delle cellule e portare così allo sviluppo di tumori. Parallelamente a questo filone di ricerca, il metodo proposto dal gruppo di Maria Pia Cosma potrebbe dunque rappresentare una valida alternativa per ottenere cellule simil-staminali a partire da cellule della pelle limitando l’introduzione di geni estranei. Wnt è infatti una proteina già disponibile sul mercato e andrebbe semplicemente aggiunta al liquido in cui i ricercatori fanno normalmente crescere le cellule che studiano. Ora il passo immediatamente successivo è studiare i meccanismi attraverso cui Wnt promuove la riprogrammazione cellulare e identificare i geni che sono attivati a seguito dell’azione di Wnt. Questo permetterà di individuare i meccanismi di base della riprogrammazione cellulare e contribuire così allo sviluppo di nuovi approcci terapeutici nel campo della medicina rigenerativa. *Frederic Lluis, Elisa Pedone, Stefano Pepe, Maria Pia Cosma, “Periodic activation of Wnt/b-catenin signalling enhances somatic cell reprogramming mediated by cell fusion”. Cell Stem Cell, 2008, doi:10.1016/j.stem.2008.08.017.