Creare materiali artificiali che possano sostituire i tessuti umani: non è fantascienza, ma la nuova frontiera aperta dalle bio-nanotecnologie, un campo multidisciplinare in cui anche Telethon ha deciso di investire.

Dopo la valutazione da parte della Commissione medico-scientifica, che si è riunita a giugno, è stato infatti finanziato un progetto molto innovativo per sviluppare una retina artificiale in grado di contrastare malattie della retina come la retinite pigmentosa o la degenerazione maculare.

A coordinare il lavoro – altra novità – è un professore di fisica del Politecnico di Milano, Guglielmo Lanzani, che è anche direttore del Centro di nanoscienze e tecnologie dell’Istituto italiano di tecnologia (Iit) a Milano.

«La nostra sfida è simulare la funzione che è venuta a mancare, tramite un’interfaccia a base di carbonio coniugato da impiantare sotto la retina, capace di svolgere lo stesso compito dei fotorecettori che muoiono progressivamente nei malati: trasformare il segnale luminoso in un segnale elettrico che il cervello umano, grazie alla sua plasticità, riesce a interpretare e tradurre in un’immagine».

A inseguire questo obiettivo sarà una squadra multidisciplinare fatta di fisici dei materiali, neurobiologi, neurofisiologi e chirurghi oculisti. Partner fondamentali del progetto sono infatti Fabio Benfenati, direttore del dipartimento di Neuroscienze e neurotecnologie dell’Iit di Genova, che si occuperà di interfacciare cellule nervose ed espianti di retina con i materiali semiconduttori sviluppati a Milano, e Silvia Bisti del dipartimento di Scienze cliniche applicate e biotecnologie dell’Università dell’Aquila, a cui spetterà invece il compito di valutare il recupero funzionale in seguito all’impianto dell’interfaccia artificiale in modelli sperimentali di degenerazione retinica.

Una volta messi a punto i prototipi, sarà compito dei chirurghi testarne l’applicazione in modelli di laboratorio, primo passo verso l’applicazione nell’uomo.

A questo riguardo, il gruppo di lavoro vede anche la fondamentale collaborazione dell’oftalmologa Grazia Pertile dell’Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (VR), esperta internazionale di microchirurgia vitreo-retinica. «Per la prima volta ci ritroviamo a lavorare concretamente per migliorare la salute delle persone, un’occasione abbastanza rara per chi studia la fisica dei materiali. Pazienti anche molto giovani mi scrivono o mi chiamano per saperne di più su quanto stiamo facendo: sapere di fare ricerca per loro, per di più grazie a fondi come quelli di Telethon raccolti grazie alla generosità delle persone, dà una spinta speciale».