Antonella Cartechini spiega come la collaborazione sia diventata un caso di studio e un benchmark per quelle aziende che decidono di intraprendere un percorso di responsabilità sociale

Antonella Cartechini, Direzione Engagement Sostenibilità e progetto Telethon di Bnl Gruppo Bnp Paribas

C’è un termine che, nelle righe che seguono, ricorre più di frequente: cuore. Ecco, il segreto della longevità del legame che unisce da quasi tre decenni la Fondazione Telethon e il Bnl Gruppo Bnp Paribas, si sostanzia principalmente nel profondo coinvolgimento emotivo che ogni singolo dipendente del grande gruppo bancario riversa in questo progetto. Non c’è obiettivo che non si possa raggiungere se si fa appello alla passione, e in questo caso si tratta di un ingrediente che non fa difetto. Lo confermano, tangibilmente, i risultati di questa partnership ma anche le riflessioni di Antonella Cartechini, della Direzione Engagement Sostenibilità e progetto Telethon di Bnl Gruppo Bnp Paribas.

Scindere l’anima e il profilo di Bnl Gruppo Bnp Paribas, da quello della Fondazione Telethon è oramai quasi impossibile. Qual è il vissuto e la percezione interna al gruppo bancario rispetto a questa storica collaborazione?

«Bnl Gruppo Bnp Paribas e la Fondazione Telethon oggi costituiscono un binomio vincente, riconosciuto a livello europeo tanto che è diventato un caso di studio e un benchmark per quelle aziende che decidono di intraprendere un percorso di responsabilità sociale.  Nel corso degli anni le due entità, seppur nella loro diversità e con i cambiamenti sociali che la storia di un Paese comporta, hanno saputo mantenere viva quella fiammella originaria che ha dato vita ad un viaggio straordinario che non si è mai interrotto. Riassumo brevemente l’impegno di Bnl nei confronti della Fondazione, prendendo in prestito una frase del nostro Amministratore Delegato Andrea Munari:

“Telethon per la Banca non è filantropia ma un modo di essere”

Ecco penso che queste poche parole possano ben rappresentare il vissuto e la percezione interna di questa collaborazione».

I numeri di questa “amicizia”, che dura da oltre 28 anni, raccontano di importanti traguardi raggiunti: 300 milioni di fondi raccolti e oltre 18.000 dipendenti coinvolti. Avreste immaginato questa evoluzione?

«Pochi giorni fa abbiamo realizzato insieme a Telethon un video dove venivano intervistati dei colleghi che avevano assistito alla nascita del progetto, in particolare una collega ricordava con commozione quelle prime sensazioni. In quel momento l’impresa di riuscire a raccogliere fondi per la ricerca tramite l’apertura straordinaria delle agenzie con il coinvolgimento dei colleghi e dei clienti, sembrava un obiettivo irraggiungibile ma la sfida appariva al tempo stesso entusiasmante. Questa inesperienza, questa paura di non riuscire insieme a tanta determinazione e tanta voglia di fare sono state le basi del progetto. Non avremmo mai immaginato che saremmo arrivati a risultati tanto importanti e oggi questo è motivo di orgoglio per tutti quelli che hanno contribuito al successo del progetto e per i giovani colleghi che iniziano ad occuparsene oggi per la prima volta».

Un gruppo bancario sembra lontano dalle finalità di una organizzazione come Telethon. Cosa vi lega in termini valoriali, oltre alla pluriennale collaborazione?

«Spiegare quali valori legano Bnl alla Fondazione Telethon ci porterebbe molto lontano, per rimanere a tempi più recenti mi limiterò a ricordare che il Gruppo Bnp Paribas ha aderito all’Agenda globale per lo sviluppo sostenibile e ai relativi 17 obiettivi (Sustainable Development Goals – SDGs), da raggiungere entro il 2030. Per il Gruppo Bnp Paribas si tratta di contribuire alla creazione di nuovi modelli economici e sociali, di sostenere realmente lo sviluppo della comunità presente e futura, di assicurare l’equità tra le diverse generazioni e di favorire l’inclusione. In particolare l’obiettivo n. 3 “assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età” si sposa perfettamente con la mission di Telethon».

Nella descrizione della sua position si legge la parola “Engagement”, ovvero impegno e responsabilità. Come si fa a coinvolgere e appassionare tanti dipendenti e tanti clienti ad una causa come quella di Telethon?

«Engagement richiama anche il significato di promessa, parola che ci fa entrare in una sfera più personale, direi quasi intima. I colleghi e i clienti vengono coinvolti quando ci si rivolge al loro cuore con parole sincere e si dimostra che c’è coerenza tra la “promessa” e i fatti. I colleghi sono portatori di un messaggio di positività, “portatori sani di responsabilità sociale” e l’impegno nei confronti di Telethon è uno dei modi in cui danno concretezza al nostro essere #PositiveBanking».   

Quanto è importante la sostenibilità per un gruppo globale come il vostro?

«Bnl e il Gruppo Bnp Paribas, in Italia e a livello internazionale si impegnano a generare un impatto positivo a livello economico, ambientale e sociale anche coniugando business e sostenibilità. Per fare un esempio concreto, anche quest’anno la Banca ha scelto di sostenere la Fondazione Telethon attraverso i Certificates (Certificati d’investimento) in collocamento dal 2 al 23 dicembre. Per ogni 100 euro investiti dai clienti in qualsiasi Certificate, la Banca farà una donazione a Telethon. Un’iniziativa questa che dal 2014 ha fruttato alla ricerca scientifica circa 1,5 milioni di euro».

La domanda forse potrà sembrare scontata, ma come pensate di far crescere una collaborazione che nel tempo ha oramai assunto la fisionomia di una vera, e solida, partnership?

«La risposta viene ancora una volta dal cuore, il Progetto Bnl per Telethon sono certa crescerà come è sempre cresciuto: attraverso il coinvolgimento delle nuove generazioni di colleghi e di clienti. Sono tante le persone che si sono avvicendate in questi 28 anni di collaborazione, uomini e donne con volti sorridenti e voci entusiaste, che da Udine a Palermo continuano e continueranno a dare il loro contributo affinché si possa scrivere la parola cura accanto al nome di ogni malattia genetica».