Di Francesca Pasinelli

È incoraggiante che il ministro Bussetti sia entrato già più volte nel tema dell’Agenzia per la ricerca. Forse c’è la volontà di rispondere alle sollecitazioni sull’argomento.

Ha parlato di un’agenzia che serva a «coordinare e raccordare strutturalmente» gli enti pubblici di ricerca e a coinvolgerli maggiormente «sulle questioni di assoluta rilevanza strategica in materia di politiche per lo sviluppo del Paese». Per ora è un annuncio a cui speriamo che il ministero faccia seguire un’opportuna fase di studio per mettere a terra l’intenzione. Certamente servono strategia e coordinamento.

Molto dipende da come li si declina: perché la strategia è cruciale per l’intero sistema ricerca, e non solo per gli enti pubblici, ma non si potrà farla senza una fotografia completa, e ad oggi mancante, dello stato attuale della ricerca italiana. Solo dopo, con il supporto di advisor esperti e indipendenti (cioè distinti dai potenziali beneficiari dei finanziamenti), sarà possibile individuare le aree e le attività più strategiche a cui destinare fondi attraverso bandi dedicati.

Un’agenzia, quindi, dovrebbe valutare la bontà dei progetti prima di erogare e periodicamente valutare anche l’impatto della ricerca così finanziata. L’obiettivo è rendere il sistema internazionalmente competitivo. La declinazione del coordinamento, invece, deve essere finalizzata a superare la frammentazione delle risorse attualmente gestite da più ministeri. Meno auspicabile, invece, è il “raccordo” tra attività che individui a priori progetti e centri da finanziare, secondo una logica “a tutti un po’”. Siamo troppo abituati a iniziative così coordinate e raccordate che, di fatto, sono servite a creare sovrastrutture di dubbio impatto.

Francesca Pasinelli, direttore generale Fondazione Telethon, è tra le 30 candidate al concorso #ladonnaD2018 di D Repubblica. Per saperne di più clicca qui