Percorsi di carriera lunghi, sottopagati, sottoposti ad una normativa vessatoria che si discosta dal dettato europeo, con scarsi finanziamenti, insultati ed aggrediti dagli animalisti, i ricercatori italiani hanno preso l’iniziativa e lanciato la petizione “Salviamo la ricerca biomedica italiana”.

Introdotta da un “manifesto” che ne spiega i motivi, la petizione, aperta da pochi giorni, ha già ottenuto 5mila firme proprio nel mondo della ricerca e si propone adesso che viene resa pubblica di raccogliere anche le firme di tutti coloro che riconoscono il valore della ricerca biomedica per il progredire della scienza e delle conoscenze mediche (https://www.research4life.it/salviamo-la-ricerca-biomedica-italiana/)

L’iniziativa, già sottoscritta e promossa da scienziati di prestigio internazionale come Silvio Garattini, Giacomo Rizzolatti, i premi Nobel Eric Kandel e Françoise Barrè-Sinoussi, è contro l’oscurantismo antiscientifico e le notizie false, che mettono a repentaglio il futuro della ricerca biomedica italiana. Si tratta anche di una risposta indiretta alla recente manifestazione animalista di Parma contro la sperimentazione, avviata dall’Università della città ducale e dall’Università di Torino, denominata “Light up” con l’obiettivo di dare una speranza di riacquistare la vista ai ciechi.

Quindi il mondo della ricerca alza la voce e per farlo schiera nomi molto rappresentativi come Silvio Garattini, il più noto ricercatore italiano  e Presidente dell’Istituto Mario Negri; Manuela Battaglia, Direttore della Ricerca Fondazione Telethon; Giuliano Grignaschi, Direttore di Research4Life, la piattaforma che ospita la petizione, da anni in prima linea per il sostegno alla ricerca ed alla sperimentazione animale; Maria Pia Abbracchio, Prorettore Vicario alla ricerca Università di Milano; Alessandro Vercelli, Vice Rettore alla ricerca designato Università di Torino.

La loro voci sono unite nel chiedere al Parlamento, al Ministro della Salute Roberto Speranza ed al Ministro dell’Istruzione e della Ricerca Lorenzo Fioramonti, di dare seguito all’annuncio del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte di voler valorizzare la ricerca scientifica. Chiedono quindi, da una parte, che sia modificata legge italiana in tema di sperimentazione animale, adeguandola alla normativa europea (Direttiva 63/2010), per un maggiore equilibrio tra le esigenze della ricerca scientifica e quelle della protezione degli animali; dall’altra che siano aumentati i finanziamenti alla ricerca scientifica, con l’Italia in fondo alle classifiche europee. Infatti, con l’1,38% del Pil investito in R&S, il nostro Paese è nettamente al di sotto della media dell’Unione Europea (2,03%) e molto distante dagli obiettivi 2020 fissati dall’Ue stessa: in media nell’area Ue la spesa in R&S dovrà essere pari al 3% del Pil entro il 2020.

I ricercatori rifiutano le accuse di scarsa trasparenza di arretratezza che vengono rivolte loro dalle associazioni animaliste. La sperimentazione animale – affermano – è strumento insostituibile di conoscenza e progresso nella ricerca biomedica ed anche quando sono stati scoperti dei modelli alternativi questi sono frutto del lavoro dei ricercatori. La SA ha consentito tutti i più importanti progressi in campo medico, dai trapianti alle staminali, e tutti i premi Nobel per la Medicina sono stati assegnati a ricerche che hanno contemplato il modello animale.

La trasparenza – dicono – è un valore su cui si fonda la scienza insieme alla competenza ed alla verifica indipendente. «Ma vogliamo aumentarla ulteriormente, tanto che nelle prossime settimane proporremo al Ministero un protocollo denominato “Transparency agreement” in cui ci impegniamo a dare conto di numeri, tipologie di animali e luoghi in cui la sperimentazione ha luogo».

L’importante è che finisca la continua minaccia fisica, psicologica e morale da parte di sedicenti “animalisti” nei confronti di chi fa il lavoro più etico del mondo, ovvero ricercare terapie e farmaci per salvare o migliorare la vita delle persone. Sostenere la ricerca significa dare valore alle conoscenze, tutelare la salute e dare un futuro al Paese.

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