I centri Nemo sono unici: oltre a prendere in carico le persone affette da malattie neuromuscolari, abbattono l’univocità del rapporto medico-paziente. Qui la sinergia è più profonda, si tratta di un circolo positivo e costruttivo, per l’una e per l’altra parte. Oltre il concetto di “ospedale”, nei centri Nemo il personale abbraccia una professionalità tesa al paziente e alla sua cura sotto ogni aspetto.

Ne è un esempio Emiliano, che lavora al centro Nemo di Arenzano in qualità di coordinatore infermieristico. Padre e marito, è appassionato di pesca e di tutti gli sport all’aria aperta. Per lui il rapporto con i pazienti è fondamentale: «Qui mi sento realizzato perché, mano a mano che ci si conosce con i pazienti, c’è sempre più un’apertura nei nostri confronti, ci dicono che in noi trovano un punto di riferimento». Una soddisfazione di indubbio valore: «Per me questo è un successo!». 

Testimonianza di come la costruzione di un rapporto di fiducia e sincerità con il paziente sia già parte del processo di cura. Nel senso più ampio del termine. «La frase che più mi colpisce e che sento più spesso è: Non mi sento più solo!». Parole che diventano stimoli e motivazioni profonde per coltivare il lavoro che si ama.

E che, al centro Nemo, permettono di crescere professionalmente e non solo. Prima Emiliano lavorava in sala operatoria, un lavoro che amava per il gusto di vedere «come siamo fatti dentro e come il più piccolo elemento abbia il suo perché». Ma ora si è riconvertito da un punto di vista più relazionale e motivazionale: «Ho sperimentato un aspetto psicologico del mio lavoro a cui non ero abituato. Per questo oggi mi sento sicuramente più completo».

E’ grazia alla professionalità, alla dedizione e all’amore di Emiliano e di persone come lui che i centri Nemo sono unici. Perché dietro ogni cosa, prima di tutto, ci sono le persone.