La Convention dei Coordinatori provinciali e dei volontari della Fondazione, che si è svolta lo scorso fine settimana ad Asti e Pollenzo, è stato un importante momento di confronto e di crescita. All’appuntamento piemontese sono intervenuti in tanti: 120 volontari, per 43 coordinamenti presenti, sui 50 attualmente attivi, che, in due giorni di lavoro, hanno tracciato un bilancio di quanto realizzato e ragionato sulla pianificazione delle attività future.
Un’occasione di grande spessore anche sotto il profilo umano, per guardarsi in faccia e tornare indietro alle motivazioni che hanno spinto ciascuno dei presenti a diventare protagonisti attivi della missione di Fondazione Telethon.

Agostino Annunziata, oggi coordinatore di Avellino e Benevento, è uno dei pionieri di quest’avventura.
«Dieci anni fa ebbi l’occasione di presentare uno spettacolo della Fondazione. Il risultato di raccolta fu incoraggiante. Per sincerarmi sulla destinazione dei fondi, mi recai all’istituto Telethon di Napoli. Constatare l’abnegazione e la competenza dei ricercatori, la volontà di raggiungere obiettivi terapeutici, mi convinse a non distaccarmi da Telethon».Più recente l’esperienza di Stefano Tigani, coordinatore di Venezia. «Il mio è un coordinamento giovane. L’obiettivo principale è di aggregare tante persone intorno alle iniziative di Telethon, persone che non siano meteore ma che prestino la loro opera con entusiasmo e costanza. Fortunatamente sempre più persone si stanno avvicinando alla Fondazione».
Persone che, sulle prime, affrontano incertezze e dubbi. Come è avvenuto ad un altro coordinatore storico, Vincenzo Fasanella, della provincia di Alessandria. «Ero da poco in pensione, quando mi venne proposto di impegnarmi a favore di Telethon. Il primo sentimento fu di scetticismo. Mentre ero in treno verso Roma, per incontrare i dirigenti della Fondazione, mi dibattevo tra pensieri di incertezza. Conoscere Susanna Agnelli ha diradato le nubi e mi ha fatto entrare in contatto con un universo di entusiasmo, accoglienza e competenza, con cui convivo da oltre 12 anni».
Perché, come spiega Anna Battaglini, vulcanica coordinatrice di Roma: «Quando si entra nell’universo Telethon è difficile uscirne, tanto si viene avvolti dalla voglia di contribuire a restituire la fiducia in un futuro di benessere a tanti pazienti, piccoli e grandi, e alle loro famiglie. Il messaggio che in questi anni ho sempre cercato di diffondere è legato alla trasparenza, alla certezza che quanto fatto per Telethon è solo ed esclusivamente finalizzato al progresso della ricerca. Il poco di tanti può diventare tanto per la ricerca».
Ecco perché Fondazione Telethon è sempre alla ricerca di nuovi alleati, persone che vogliamo mettere a disposizione tempo ed energie per permettere alla ricerca di #Andarelontano.

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