Fernando Alonso con Tommaso

Il grande pilota di Formula 1 che gioca con una macchina radiocomandata assieme a un bambino in carrozzina, immemore di presentatori, telecamere, pubblico. Fernando Alonso ci ha lasciato una delle immagini più belle dell’ultima Maratona televisiva di Telethon, quando ha incontrato di nuovo il piccolo Tommaso.

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Del pilota spagnolo, classe 1981, in Ferrari dal 2010, si sa tanto: è uno dei campioni più amati di sempre, vanta nel suo palmarès 32 vittorie, è stato Campione del Mondo di Formula 1 nel 2005 e nel 2006. L’Alonso “pubblico”, quello che sfreccia sui circuiti di tutto il mondo, è un personaggio noto. Ma il cortometraggio e la partecipazione al charity show hanno restituito un Alonso più privato, più dolce. Un campione che non si lascia spaventare dalla potenza e dalla velocità dei motori, ma che si avvicina con delicatezza, con estrema gentilezza, a un bambino malato di Sma 2.

Una persona affascinante ma sconosciuta, da scoprire, nei suoi valori e nelle sue parole chiave.

Famiglia. Se si chiede ad Alonso qual è la parola più importante, la risposta è “famiglia”: «È una cosa che scopri quando cresci, quando sei giovane non ti rendi conto di quanto sia importante».

Famiglia e squadra sono i due poli verso cui si orienta: «Sento di dover rendere conto di come sono – della mia educazione e della mia attitudine alla vita – alla mia famiglia e del mio lavoro alla mia squadra. Sono due cose diverse ma ugualmente importanti».

Ma quando si parla di cura, si torna alla famiglia: «Non c’è una persona di cui mi prendo cura in particolare. Quando vedo le mie nipotine cerco di stare sempre con loro e di fare tutto quello che posso, anche se purtroppo non accade molto spesso». […].

Personalità. Un carattere trasparente, per scelta: «Sempre meglio la trasparenza. Il mistero prima o poi viene svelato, mentre con la trasparenza si affronta tutto in maniera diretta».

E, nonostante il suo talento, sa riconoscere il valore alla sorte; a chiedergli se contano più merito o fortuna, risponde: «Penso la fortuna. In tutti i campi c’è molta gente che vale tantissimo e fa di tutto per realizzare i suoi sogni, ma se non ha anche un po’ di fortuna non riesce».

Teme gli errori («soffro molto quando qualcuno mi fa notare che ho sbagliato»), il giudizio dei capi, e riconosce come limite la necessità di controllare tutto e tutti intorno a lui. Ma ha un rapporto equilibrato con la solitudine: «Quando c’è una sconfitta o le cose non vanno bene ho la tendenza ad isolarmi per chiudermi nei miei pensieri e sono io a cercare la solitudine, ma grazie alle persone che ho intorno non mi sento mai trascurato».

E comunque un pilota guarda sempre avanti: il giorno più bello? «Sta per arrivare». […].

Estratto dell’articolo di Simona Tanzini pubblicato sul numero 1 del Telethon Notizie 2014.