Gerolamo Fontana, presidente della sezione di Lecco della UILDM

Gerolamo Fontana, dal 2006 Presidente della sezione di Lecco della Uildm, è stato nominato il 27 dicembre scorso dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano Commendatore dell’Ordine “Al Merito della Repubblica Italiana”.

Il riconoscimento corona un percorso iniziato nel 1968 quando Gerolamo, ancora ragazzo e assieme al gemello Angelo, ha dato vita insieme ai suoi coetanei a un campo di gioco ricavato da una cava di gaia abbandonata. Da allora Gerolamo ha fatto tantissimo per la comunità di Monte Marenzo, paese di duemila anime, e per le provincie di Lecco e Bergamo. Con progetti di inclusione sociale collegati allo sport, ma soprattutto con il suo impegno al fianco dei volontari dell’Unione italiana lotta alla distrofia muscolare (Uildm).

«Io sono un padre – ci racconta Gerolamo – che ha imparato sulla propria pelle cosa significa lottare con una malattia genetica. Non sono un medico, ma quando incontro i ragazzi delle scuole, i nostri sostenitori ai banchetti parlo di fiducia. Fiducia in quello che può fare la ricerca non tanto per mio figlio Fabrizio, ma per tutti i bambini che nasceranno, perché per loro le malattie genetiche non siano più una minaccia».

Parole che raccontano di una passione e di una determinazione che hanno portato Gerolamo a incontrare più di quindicimila ragazzi delle scuole del territorio, coinvolgendo oltre ottanta paesi, centinaia di organizzazioni. «Questo riconoscimento è soprattutto merito loro. Ho sempre pensato nella mia vita che le soddisfazioni le avrei dovute ricavare dagli occhi delle persone che incontravo. Invece è arrivato questo riconoscimento che mi rende orgoglioso, ma che soprattutto mi dà l’opportunità di premiare tutte quelle persone e realtà che mi hanno affiancato in questi ventitré anni. Sono contento di questo riconoscimento anche per loro».

Una squadra che in questi anni ha raccolto oltre due milioni e mezzo, ma che soprattutto sta sensibilizzando le generazioni future sull’importanza della ricerca. «Se vogliamo cambiare dobbiamo partire dai più giovani. Dobbiamo ricominciare da loro per costruire una società in cui il valore della solidarietà sia al primo posto. Una società dove aiutare l’altro è il primo passo per stare insieme».

Solidarietà che significa anche fiducia nel futuro, perché i risultati che sta producendo la ricerca finanziata da Telethon sono straordinari, concreti, stanno arrivando al letto del paziente. «Quest’anno, ad esempio, abbiamo potuto raccontare dello straordinario successo della ricerca condotta dal gruppo di Naldini. Con la terapia genica stiamo creando le basi per un futuro senza malattie terribili come la leucodistrofia metacromatica o la sindrome di Wiskott-Aldrich. Questi risultati li racconto alla gente, è quanto di più concreto io possa raccontare loro e la soddisfazione più grande è quando una mamma si avvicina e ti dice “Grazie di esistere”».

Condividere questo riconoscimento con tutta la comunità è per questo per Gerolamo un atto dovuto, ma ci sono due persone a cui va un pensiero speciale. «Voglio dedicare questo premio ai miei figli Fabrizio e Debora. Il primo, perché in questi anni sta lottando come un leone contro una malattia terribile. Debora perché è per lui una mamma, una sorella, un’amica. È stato il loro supporto e il loro esempio a darmi la forza in questi anni e a darmi le motivazioni per continuare ancora».