Grazie all’associazione “Nessuno Escluso” anche chi convive con una grave disabilità può affrontare un viaggio in tutta sicurezza.

Viaggiare è sinonimo di libertà, di leggerezza. Muoversi da un luogo all’altro, la sensazione che il tempo si dilati, che gli affanni sfumino. Anche Shibu aveva questo desiderio, in particolare la sua idea di viaggio era incarnata da un grande e spazioso camper, mezzo simbolo per eccellenza di grandi tragitti on the road.

«Shibu è arrivato nella mia vita quando era molto piccolo, poco più che un anno di vita» racconta mamma Sara. «Io ero missionaria laica in Bangladesh e lui unbimbo con gravi disabilità fisiche e cognitive. Aveva bisogno di una tutrice». Con il tempo Sara non solo è rientrata in Italia e si è sposata, ma è diventata anche, a tutti gli effetti, mamma di Shibu, oltre che di un’altra bella bambina che oggi ha un anno e mezzo.

«Oggi lui ha 22 anni, e la sua è una situazione particolarmente complicata: per esempio ha la Peg e quindi ha possibilità di muoversi molto ridotte». Ma il sogno del viaggio in camper rimaneva lì, inamovibile, a dispetto delle difficoltà che avrebbe comportato. «Sembrava impossibile, ma è successo! – spiega ancora quasi incredula Sara – Attraverso un gruppo di Facebook che si chiama “La banda del tubo” sono venuta a conoscenza del super-camper allestito con tanto impegno, tenacia e dedizione, dall’associazione Nessuno è Escluso di Milano». Ed è a questo punto che nella nostra storia irrompono Fortunato Nicoletti e Maria Coppola rispettivamente vicepresidente e presidente caparbi della suddetta associazione, che da molti mesi aveva elaborato un progetto che sarebbe venuto incontro, inconsapevolmente, al grande sogno di Shibu, ma anche alle esigenze di tutti quei nuclei familiari che, non solo per svago, ma anche per esigenze terapeutiche o sanitarie, avevano bisogno di un mezzo attrezzato a dovere che consentisse spostamenti sicuri e adatti in presenza di condizioni di disabilità.

«Non è stato facile» racconta Fortunato. «L’esigenza è ben presente a tutti coloro che  affrontano in famiglia una persona con disabilità: poter viaggiare, sia per piacere, ma anche per necessità, quando si devono affrontare viaggi spesso lunghi e complicati verso presidi sanitari specialistici che il più delle volte sono collocati lontano da casa».

Scatta così la scintilla e Maria e Fortunato si mettono alla ricerca del mezzo appropriato. «Il camper giusto lo abbiamo intercettato a Marostica, in provincia di Vicenza. Il costo era piuttosto elevato e anche i lavori di adeguamento non sarebbero stati di immediata realizzazione, ma abbiamo voluto gettare il cuore oltre l’ostacolo, e nel giro di qualche mese l’impossibile è stato possibile: abbiamo reperito i fondi necessari a comprare il camper, già in parte attrezzato per accogliere ospiti portatori di disabilità, e siamo stati in grado di approntare ulteriori migliorie che oggi permettono un accesso al mezzo molto ampio, quindi anche per eventuali carrozzine, e che hanno consentito l’allestimento, all’interno dell’abitacolo, di un letto ortopedico, un doppio generatore di elettricità che permetta il funzionamento delle apparecchiature mediche e di assistenza, di un cambio automatico ma anche di indispensabili ausili come aspiratore e ventilatore polmonare». E finalmente a settembre scorso ha visto la luce il grande camper del progetto “Viaggio anch’io”.

«Abbiamo subito aperto le prenotazioni per periodi che vanno dai 3 ai 5 giorni per viaggi finalizzati a controlli sanitari e fino a 6-7 giorni per escursioni di tipo vacanziero» racconta Fortunato. Il viaggio del battesimo è stato proprio quello di Sara e della sua bella famiglia, che comprende anche un altro ragazzo bengalese, da poco sposato e padre di una bambina. «Siamo arrivati a Milano da Guastalla il 20 di settembre con l’dea di raggiungere Lourdes, ma il nostro viaggio, per ragioni logistiche, si è ridotto ad un tour tra Liguria e Francia».

È doveroso specificare che alle famiglie non viene chiesto alcun costo di noleggio: «Soltanto una copertura assicurativa e il pieno di carburante una volta che si riconsegna il camper» specifica Fortunato. Ad oggi sono già presenti altre due prenotazioni. «In effetti, un fermo tecnico del camper ci ha costretti, per qualche tempo, a interrompere la possibilità di richiedere il mezzo, ma oggi abbiamo ripreso regolarmente ad accettare le domande di utilizzo».

Il camper si può prenotare inviando una mail all’indirizzo [email protected], indicando quale sia la ragione del viaggio e inserendo tutti i particolari del tragitto. «Il nostro obiettivo – sottolinea Fortunato – è quello di rendere disponibile un camper simile al nostro in tutte le regioni italiane, così da non costringere le famiglie che ne fanno richiesta a venire a Milano. Un progetto ambizioso ma che vorremmo possa trovare i sostegni giusti per essere realizzato». Un sogno importante, come quello di Shibu sorprendentemente trasformato in realtà. Perché ci si deve provare, sempre!

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