«Disabile? No. Diversamente-abile? No. Handicappato? Sì. Vivessimo in una società realmente civile, in una società che abbia nelle necessità dell’essere umano la principale preoccupazione e perciò la soluzione dei quotidiani bisogni delle persone come priorità, forse le prime due definizioni perderebbero il retro-gusto di ipocrisia che le contraddistingue. Ma fino a quando le persone saranno considerate un costo dalle pubbliche amministrazioni e non una risorsa; fino a quando il sociale sarà considerato una spesa a bilancio inevitabile piuttosto che un’opportunità ed un investimento per le persone e nelle persone; fino a quando l’abbattimento delle barriere architettoniche (logistiche e mentali) saranno considerate una seccatura da risolvere invece di una cosa normale per una società che offra pari opportunità di movimento e di espressione a tutti, a prescindere dal loro stato (psico) fisico, handicappato sarà il termine più appropriato per definire il mio status sociale».

È così che Pietro Rosenwirth, 43 anni, nato ad Udine, si autodefinisce sul handytrike.eu, sito internet nato per raccontare i suoi incredibili viaggi oltre le barriere culturali, sociali e mentali che le persone con handicap possono incontrare, nonostante in Europa siano stati abbattuti molti muri e confini.

Sin dalla nascita Pietro soffre di artogriposi congenita, malattia genetica che colpisce le articolazioni, a cui, nel corso degli anni e dello sviluppo, si sono aggiunte altre patologie e complicazioni come l’artrosi, l’artrite, una forte osteoporosi e la fibromialgia.

I dolori che ha Pietro, a causa delle varie patologie di cui soffre, sono a volte lancinanti. Le sue articolazioni sono in pratica bloccate. Basta un piccolissimo cambiamento per creare numerosi problemi alla salute di Pietro.

Nonostante queste difficoltà, Pietro è una persona combattiva. Si è occupato di politica, immigrazione, salute, lavoro, disabilità. Ha organizzato campagne di sensibilizzazione e incontri, sempre a favore delle persone con disabilità.

La parola d’ordine nella sua vita di Pietro è sicuramente MOVIMENTO. Ha infatti fondato un’associazione umanista chiamata “Viaggiare per un Sogno: oltre le barriere” di cui è presidente e proprio con l’associazione, da tre anni a questa parte, organizza e realizza viaggi in solitaria su uno scooter adattato alle sue necessità, attraverso l’Europa, toccando diversi stati e città.

«Tutto è iniziato nel 2010. Ero in Grecia per un viaggio, dopo pochi giorni a nord di Salonicco stavo parcheggiando il mio scooter e un giornalista greco mi ha notato. Si è avvicinato e abbiamo iniziato a parlare. Da lì ne è nata un’intervista e da lì mi è venuta l’ispirazione: potevo unire le mie due passioni : viaggiare e il volontariato».

Dopo il viaggio in Grecia e Turchia nel 2010, quello che ha toccato 5 capitali europee nel 2011, quest’anno Pietro con il suo handytrike ha attraversato l’Europa occidentale e centrale. Partito il 1 giugno da Trieste, Pietro ha raggiunto la Spagna passando da Monaco, ha attraversato Marsiglia, Barcellona, Valencia, Madrid) è risalito verso la Francia, toccando Tolosa, Parigi, è approdato a Bruxelles, Amsterdam, Berlino, Praga e Salisburgo, concludendo il suo viaggio il 20 luglio scorso, rientrando nella sua Trieste.

Nel corso della sua nuova avventura Pietro ha incontrato rappresentanti istituzionali, politici e di associazioni, ai quali ha fatto conoscere e sottoscrivere la Convenzione ONU per i Diritti delle Persone con disabilità. Alla fine del viaggio, è stato possibile trarre un bilancio complessivo della situazione in Europa rispetto all’accessibilità delle città. «La nazione che è riuscita ad abbattere maggiormente le barriere architettoniche – commenta Pietro -, è sicuramente la Spagna. Nonostante la sua crisi economica, sta ancora investendo moltissimo in questo senso. A Valencia sono stato in grado di girare autonomamente in lungo e in largo. E l’ho potuta amata nella sua totalità. Lo stesso non posso dire per la Francia, dove ad esempio non sono potuto salire sulla Tour Eiffel con il mio scooter, peccato».

Concluso il viaggio Pietro non si ferma. È già al lavoro per organizzare il prossimo, quello che lo porterà nell’Europa del Nord, ma la mente è proiettata già verso il 2015, quando, se tutto andrà secondo i piani, realizzerà il viaggio più difficile e più lungo. Ha infatti in programma un itinerario attraverso i luoghi-simbolo delle più importanti religioni del mondo. Il progetto si chiama “Spiritualmente Abili” ed è già in cantiere l’organizzazione, sicuramente complessa che sarà a cura di Airzoone. Per questo viaggio del 2015 però, Pietro sarà supportato da un team di persone, a differenza di questi precedenti edizioni che ha realizzato in solitaria.

«Io voglio dimostrare che anche le persone con handicap motori hanno il diritto e la possibilità di avere una vita piena e autonoma. Non lo nego, ci sono stati periodi della mia vita, in cui ho pensato al suicidio. Sono sicuro che in questo momento ci sono persone che sono nella situazione in cui ero sprofondato anni fa. Voglio portare la mia testimonianza, non voglio insegnare nulla a nessuno, né dare consigli. Vorrei solo che ognuno desse un senso alla propria vita. È questo il segreto per VIVERE e non sopravvivere. Cercare un interesse, uno scopo, qualcosa che assorba tutte le tue energie. Io questa forza l’ho trovata nei viaggi».