Ripubblichiamo qui l’intervista che ci ha inviato Valentina Bazzani. Lei è una volontaria del gruppo giovani Uildm di Verona, l’abbiamo conosciuta in maratona nel 2010 e con un’intervista pubblicata su questo sito a novembre.

L’articolo è stato pubblicato anche sul numero di gennaio di Verona é.

Venerdì 25 novembre ho incontrato e intervistato Giovanni Allevi al Teatro Salieri di Legnago (VR). Non serve dire che questo personaggio è uno dei più grandi pianisti e compositori italiani, riconosciuto e apprezzato a livello internazionale. Il maestro Allevi spicca nel panorama musicale anche per la sua sensibilità, per la purezza con cui si rapporta al mondo e l’originalità della sua persona, espresse oltre che nella sue note, anche nei suoi libri. Attualmente sta presentando l’Alien World Tour in tutti i più grandi teatri del mondo, il nome “alien” è preso dal suo ultimo cd che ripropone il suo sentirsi Alieno in questa società.

Chi è Giovanni Allevi nella vita di tutti i giorni?

E’ esattamente quello che vedi sul palco: una specie di giovane, un po’ esaurito, ansioso, che ha passato tutta la vita sui libri, e che attraverso la musica riesce, forse, a liberare tutto un mondo compresso che ha dentro.

Cosa rappresenta per te il successo?

 Il successo mi ha portato un po’ di ansia. Suonare è fare quello che mi piace nella vita. Se poi ci sono poche persone non importa, sono felice di scrivere e far ascoltare la mia musica. Tutti possiamo avere successo facendo quello che ci fa stare bene. Sono sempre preoccupato prima di salire sul palco ma mi ripeto: «Evviva l’errore, evviva la fragilità!». Dobbiamo difendere l’essere umano così com’è.

Come sei veramente, da cosa nasce?

E’ poco romantica la spiegazione. Stavo studiando la scolastica di Tomaso D’Aquino “Dio crea il mondo e proprio perché lo crea lo conosce. Mettendolo in scena mette in atto il più grande gesto d’amore che esista” . Quindi sono giunto alla riflessione che Amare coincide con il conoscere. Chi ama vede l’altro così com’è veramente. Dio lo ha fatto con il mondo. Più conosci una cosa e la accetti con i suoi limiti, più ne sei innamorato.

La musica è passione, è amore… e quindi è inevitabile un legame con la sofferenza. Che rapporto lega pathos, musica e sofferenza secondo te?

Più noi siamo vicini alla sofferenza, più siamo in contatto con le nostre lacerazioni profonde e le nostre paranoie e più siamo in grado di creare qualcosa di comunicativo. Negli ultimi tempi ci siamo avvicinati al nocciolo dell’essere umano e l’essere umano non è perfetto. Se noi riusciamo a comunicare questa imperferzione allora riusciremo a toccare veramente il cuore dell’altra persona, ad avvicinarci in modo autentico all’altro.

Quali sono i valori più importanti che vuoi condividere con i giovani?

Inseguire il proprio sogno. Viviamo in un mondo dove tutti ci mettono ansia. Quando fai le cose con il cuore, l’universo inizia a tramare in tuo favore. Prima di tutto devi capire qual è il tuo desiderio, devi guardarti dentro.

La trascendenza è un legame intimo verso un altro infinito.  Secondo te, la musica può rappresentare un ponte per fare un salto verso questo “altro”?

Deve! La Musica deve ricordarci che siamo tutti schegge di Paradiso cadute sulla terra, e lì dobbiamo tornare! L’arte ha questa capacità, portarci su un baratro, sublime, oltre il quale si estende una trascendenza.

In una società di Swarovsky che classifica le persone in base a schemi definiti in cui, chi non appartiene a questi canoni viene spesso emarginato, cos’è secondo te la diversità?

Evviva chi è emarginato! La nostra fragilità è molto spesso la nostra forza. In una società dove tutte le pecore vanno tutte in una direzione chi è in grado di indicare un’altra direzione? Una delle tante pecore che seguono la massa? Non penso proprio! Solo chi sta da una parte, che si sente inadeguato e percorre un’altra strada rispetto alla massa. Questa pecorella secondo me è già predisposta a vedere le cose in un’altra prospettiva.

Cos’ha rappresentato per te la partecipazione alla maratona televisiva di Telethon lo scorso anno? Credi nella ricerca? Secondo te cosa possiamo aspettarci dalla scienza?

Mi piacerebbe maggiore collaborazione tra gli scienziati perché sono convinto che la scienza rappresenti una potenza sovranazionale. Pensa che bello se tutte queste menti geniali potessero incontrarsi per superare tutti i voyerisimi e i particolarismi. Si verificherebbe sicuramente un balzo di qualità e un passo in avanti per la conoscenza. Io c sono fiducioso, secondo me questo momento è vicino.

Il tuo sogno più grande in questo momento.

E’ essere qui vicino a te. In questi anni ho cercato di liberarmi del peso del passato e del futuro, per vivere fino in fondo il presente che ci viene regalo.